Poche sera fa sono uscita in
compagnia di tre donne: un’amica e due ragazze che non conoscevo, amiche della
mia amica. Siamo andate al cinema e poi a bere una cosa.
Sedute al nostro tavolo,
inevitabilmente i discorsi che abbiamo fatto sono stati i soliti che le donne fanno
quando si ritrovano tra di loro: uomini, fidanzati mariti e quant’altro.
Poiché due ragazze non le
conoscevo, loro mi hanno chiesto di me, di cosa faccio e cose del genere.
Arrivate alle fatidiche domande “sei sposata?” “hai figli?” io ho risposto di
no. Infatti non sono sposata e figli non ne ho.
Ho assistito, e non era la prima
volta, a reazioni completamente diverse da quelle a cui ero ormai abituata. Per
spiegare il cambiamento devo fare un passo indietro.
Dai trenta ai trentacinque anni
ho assistito ai matrimoni di tutte le donne che conosco: amiche, conoscenti,
amiche di conoscenti, parenti, non hanno fatto altro che sposarsi in massa. E
ogni volta che mi capitava di incontrarne qualcuna, oppure ogni volta che a una
cena l’argomento cadeva su questioni sentimentali, io ero oggetto di domande,
ammiccamenti, compatimenti di vario genere: “ma tu sei fidanzata/sposata?”; “ma
quando ti sposi?”; “non hai forse voglia di avere dei figli?” e tutte le possibili
variazioni sul tema. Erano sempre e solo le donne a chiedere, e alle mie
risposte assumevano espressioni del viso tra il compatimento di circostanza e
la velenosa e falsissima rassicurazione:
“vedrai prima o poi l’Amore busserà anche alla tua porta, come ha già fatto con
la nostra”.
Poi, dopo i matrimoni sono
cominciati i battesimi, anche quelli a raffiche. È incredibile la capacità
riproduttiva delle donne in tempi in cui si dice che siamo a crescita zero!
Ora certo non c’è da
sottovalutare che qui siamo al sud, che il matrimonio e la progenie sono ancora
cose che vanno per la maggiore. Vuoi perché tanto di lavoro non ce n’è, per cui
è più sicuro un matrimonio che un lavoro a tempo indeterminato mal pagato, vuoi
per antichi debiti con la tradizione che qui ci vuole mogli e madri, alla fine a
queste domande e a queste occhiatine mi ero abituata.