giovedì 14 luglio 2011

Immagina una strada

"Immagina una strada." Me lo chiese una ragazza, un milione di anni fa. 
La conoscevo poco, e non mi ricordo di averla più incontrata dopo di allora. Ma quella sera, seduti al tavolo di un locale, insieme a vari amici lei disse ad ognuno di noi: "immagina una strada". Ognuno di noi lo fece.
La mia strada era stretta, un vicolo, pavimentato a grandi ciottoli, era così stretta che potevo toccare con le mie mani i due lati della strada. Per di più  guardando a terra vedevo che era bagnata e quindi sdrucciolevole. La mia strada era stretta e difficile da percorrere.
La ragazza poi ci disse che quella strada era il modo in cui noi stessi immaginavamo la nostra vita.
Mi sembrò appropriato che la mia vita fosse così, mi sembrò adatto a me che io la immaginassi in quel modo.
Tralasciando del tutto il particolare che il mio fidanzato di allora avesse immaginato la sua strada come una bella autostrada, lucida, nera, asfaltata e con una bella e bianca linea di mezzeria al centro, il che fa comprendere quanto inadatti fossimo l'uno per l'altra, tralasciando dunque questo particolare, tralasciando il quale noi rimanemmo insieme per molti anni ancora prima di arrivare a capire che non era il caso di perseverare, quella strada che immaginai allora, quella visione, mi ha accompagnato nel tempo. Ogni tanto ho cercato di pensarne un'altra, per vedere se qualcosa in me era cambiato. 


Mi sono sforzata di vedere la mia vita in modo diverso. Ma tutte le strade che ho pensato via via non sono mai state veramente mie. Si capiva che provavo a pensarle solo perchè volevo che ci fosse qualcosa di diverso, di migliore, di più ottimista, nel mio modo di pensare la mia vita.
Così ho smesso di provare e ho deciso che avrei continuato a camminare in questo vicolo stretto ma mio, asfittico, senza molta aria, ma pur sempre mio, una specie di striscia scivolosa su cui fare attenzione a ogni passo. 
Proprio io che i vicoli li odio.
Proprio io che della mia città amo soprattutto la luce e l'azzurro del mare in lontananza.
Le strade in genere portano da qualche parte, anche questo mio vicoletto dovrà arrivare uno di questi giorni, almeno in una piazzetta, in un largo, in un posto dove mi possa un po' fermare e dirmi che sto bene dove sono.
Per il momento la sensazione è che la via abbia scartato di lato. Potrei avere preso una deviazione. Io vado. Vado a vedere se scorgo per lo meno un baretto per prendere un buon caffè. 

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