mercoledì 29 giugno 2011

Il "Piccolo libro delle domande" parte prima

Mi faccio delle domande. 
Molte. 
Il periodo come si può ben capire è favorevole. 
Le domande hanno i più vari oggetti e spesso, dopo che me le sono fatte, mi chiedo se sono ancora mediamente sana di mente oppure se non c’è più niente da fare.
Di seguito un piccolo estratto dal mio Piccolo libro delle domande:
Cosa ne sarà di me?
Dove mi converrà emigrare?
Facendomi passare per un rifiuto speciale avrò più o meno possibilità di impiego in Padania?
Quando più di tre persone in pochi giorni, con il palese intento di consolarti ti dicono: “non disperare, si chiude una porta, si apre un portone”, è quello il momento giusto per farti prendere dal panico?
Se non è quello il momento giusto, si rischia che ce ne sia uno migliore?
Quando più di tre persone (diverse da quelle della domanda precedente), ti dicono: "adesso ti sembra un dramma ma, questa è l’occasione giusta per cambiare vita”, è il caso di cominciare la nuova vita non vedendo più quelle persone?
Perché tutti vogliono cambiare vita ma preferiscono che siano gli altri a farlo?
Quando incontri una persona che non vedevi da 30 anni, per la precisione dalle scuole elementari, e quella ti dice che ti ha riconosciuto perchè non sei cambiata affatto, è un bene o un male?
Perché sulla copertina della Settimana Enigmistica c’è scritto “esce il sabato” e invece esce il giovedì? 

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