domenica 6 luglio 2014

Ricordo tutto. Ricordo ogni cosa.
Ogni cosa vissuta.
Ricordo anche i miei pensieri e le mie fantasie.
Spesso mi capita di ricordare anche le immagini che ho prodotto nei miei sogni. 
Qualche volta in un sogno mi è capitato di ricordare qualcosa che avevo sognato tempo prima.

Ora, ora che il tempo, e con esso il senso, mi ha abbandonato, mi capita di confondermi, di domandarmi se qualcosa che ricordo l'abbia vissuta o solo immaginata.
Vivo in un miscuglio di ricordi e di pensieri e di pontificazioni sui ricordi, e sui pensieri.
Un garbuglio faticoso e inestricabile.
Soprattutto inutile da districare.

Così, ricordo un momento, un pomeriggio, il pomeriggio del giorno in cui compivo 40 anni. 
Il tempo era brutto, pioveva, faceva vento e freddo. 
Avevamo appuntamento sotto il ponte di Port'Alba, io uscivo dal lavoro, dovevamo andare a comprare il tuo regalo per me.
Ti trovai con delle enormi buste piene di libri che non avevi potuto fare a meno di comprare: Port'Alba era il tuo regno, il tuo sogno proibito di lettore compulsivo.
Trascinammo con noi queste enormi buste pesantissime sotto la pioggia, sotto l'ombrello, sembravamo dei profughi sbarcati con le proprie cose, i propri relitti.
Mi ricordo di avere pensato, nel momento in cui ti ho visto che mi aspettavi insieme alle buste, di avere pensato che ce la stavo facendo, che stavo trovando con te il modo in cui potevo vivere. 
Che era un modo assurdo, ma per me funzionava.
Che vedevo la luce in fondo al tunnel che fino a quel momento era stata la mia vita.
Fu un bel compleanno.
Quello che non sapevo era che la luce che vedevo non era  quella in fondo al tunnel ma quella prima di entrare nel tunnel successivo, quello definitivo.
Poco più di un mese dopo si è avviata la catastrofe che mi ha portato qui.

Quella scena, quei pensieri, quel ricordo, si confondono l'uno sugli altri, si sovrappongono alle fotografie e al tentativo di salvare tutto quanto dalla confusione.

Che fatica.
Inutile. 



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