domenica 13 luglio 2014

Questa domenica pomeriggio.
Questo mese di luglio.
Sono un'ombra che si posa intorno ai miei occhi. 
Come un velo grigio, come un'ovatta sporca che si è raggruppata ai lati della mia vista e che mi opprime. Qualcosa che limita la mia visione periferica.
Intorno a me ma non molto vicino, nella stanza di una casa di un condominio giallino, c'è qualcuno che suona un pianoforte.
Mi viene in mente che possa essere un ragazzo perchè suona una musica che mi sembra maschile, ma, in realtà potrebbe essere chiunque.
Sono grata dell'esistenza di questo suono, io che mi infastidisco di ogni cosa, che ogni manifestazione dell'esistenza dei miei vicini mi nevrotizza. 
Mi sento accompagnata e la musica, con le sue pause e le sue ripetizioni, come se chi suona stia imparando e ripeta più volte un passaggio difficile, mi rende tangibile il tempo e me lo fa passare.
Appena la musica si interrompe il tempo sparisce, si ferma, viene inghiottito oppure si inghiotte da solo.
Il tempo finisce e torna ad essere l'ovatta grigia ai lati dei miei occhi.
Al centro del mio sguardo, l'unica cosa che sono capace di mettere a fuoco, non è altro che quello che non vedo più.

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