mercoledì 29 giugno 2011

Il "Piccolo libro delle domande" parte prima

Mi faccio delle domande. 
Molte. 
Il periodo come si può ben capire è favorevole. 
Le domande hanno i più vari oggetti e spesso, dopo che me le sono fatte, mi chiedo se sono ancora mediamente sana di mente oppure se non c’è più niente da fare.
Di seguito un piccolo estratto dal mio Piccolo libro delle domande:
Cosa ne sarà di me?
Dove mi converrà emigrare?
Facendomi passare per un rifiuto speciale avrò più o meno possibilità di impiego in Padania?
Quando più di tre persone in pochi giorni, con il palese intento di consolarti ti dicono: “non disperare, si chiude una porta, si apre un portone”, è quello il momento giusto per farti prendere dal panico?
Se non è quello il momento giusto, si rischia che ce ne sia uno migliore?
Quando più di tre persone (diverse da quelle della domanda precedente), ti dicono: "adesso ti sembra un dramma ma, questa è l’occasione giusta per cambiare vita”, è il caso di cominciare la nuova vita non vedendo più quelle persone?
Perché tutti vogliono cambiare vita ma preferiscono che siano gli altri a farlo?
Quando incontri una persona che non vedevi da 30 anni, per la precisione dalle scuole elementari, e quella ti dice che ti ha riconosciuto perchè non sei cambiata affatto, è un bene o un male?
Perché sulla copertina della Settimana Enigmistica c’è scritto “esce il sabato” e invece esce il giovedì? 

martedì 28 giugno 2011

Di lotterie, giochi di abilità e affini

Da un paio i mesi sono rimasta senza lavoro.
Niente di originale visti i tempi.
Così sono entrata nel magico mondo delle agenzie interinali, dei loro annunci miracolosi, delle lettere di presentazione e altre amenità.
Quelli che cercano personale sono sempre aziende leader nel settore oppure importante studio legale internazionale
Di più non è dato sapere di costoro. 
L'idea che mi sono fatta è che, come per gli annunci immobiliari - vendesi delizioso, rifinitissimo, termoautonomo, 22 metri quadri e quando vai a vederlo un bel topo baffuto ti apre la porta - ove finalmente si potesse ottenere un colloquio con uno di questi leader di un settore immaginifico, ci si ritroverebbe di fronte creature non verbalizzanti nell'idioma nazionale, un ufficio seminterrato e un fax a manovella. 
Dovessero esistere,  i suddetti leader cercano segretarie che parlano tre lingue, flessibili, con esperienza di almeno tre o cinque anni, riservate, disposte a fare gli straordinari sorridendo, di bella presenza e di belle speranze, ma curiosamente sono disposti ad aggiudicarsi queste campionesse per uno o tre mesi al massimo e a pagare loro stipendi da conclamata soglia della povertà.
La tecnologia, comunque, rende la ricerca del lavoro un delizioso gioco di società: ci iscrive ai siti, si inseriscono i propri dati e per candidarsi basta cliccare su un bottoncino colorato.
Cosa c'è di più piacevole?
Dopo il click si riceve una rassicurante e-mail di conferma e il gioco è fatto: in un battere di ciglia se si possiede internet veloce, in pochi secondi altrimenti, ci si è trasformati in candidati.
Poi nulla più accade.
Io mi trasformo in candidata varie volte al giorno, è divertente e presto diventa una droga; può succedere che, mentre sei fuori e quindi lontana dal computer, ti possa domandare con angoscia: quanti annunci mi sarò persa in queste ore?
Temo comunque che trovare un lavoro con questi sistemi sia possibile quanto vincere una lotteria. 
Io dal canto mio preferirei quella che ti dà diritto a ricevere ventimila euro al mese per venti anni.



Il primo post...

La mia vita mi è sempre sembrata immobile. 
Nel senso che la sensazione che le cose capitino solo agli altri, o solo nelle serie televisive, mi ha sempre accompagnato.
Poi ho capito che ognuno ha i suoi tempi e i miei sono molto ma molto lenti, quindi prima o poi, a passo di lumaca, arrivo anche io.
In questi ultimi mesi la mia vita è cambiata e io sto ancora cercando di capirci qualcosa.
Siccome io quando ho bisogno di capire, prima o poi comincio a scrivere, ecco, oggi ho deciso di cominciare a scrivere qui.