martedì 7 febbraio 2012

Difficoltà narrative

Alla mia vita basta poco, pochissimo, per incepparsi.
Sono diventata una creatura evanescente, di cristallo, trasparente.
Lo sono sempre stata.
Lo so, non è che si diventa di cristallo tutto in un giorno, all'improvviso.
Lo sono sempre stata, evanescente.
Almeno, io ho sempre saputo di esserlo.
Non so se gli altri abbiano visto questa cosa in me, se la vedano tuttora oppure se non vedono nulla. Propendo per quest'ultima ipotesi.
Mi è addirittura capitato di sentirmi dire da qualcuno che la mia presenza lo rassicura, e che "tu sei una roccia".
Questo mi è bastato per capire che gli sguardi degli altri sono quello che sono, cioè sono occhi che si posano per vedere quello che serve a loro vedere.
E mi va bene anche così, che di sicuro sono così anche i miei sguardi.
Comunque sia io mi sento diventare sempre più evanescente, come una lastra di ghiaccio (già che siamo in tema di gelo).
In realtà non esisto quasi più, sono in un luogo che conosco solo io.
Faccio sempre più fatica a raccontare come passo le mie giornate, cosa faccio di me stessa.
La prima volta che non ho avuto lavoro, mi preoccupava che le persone quando mi incontravano o mi conoscevano mi avrebbero anche chiesto: "e tu che cosa fai? di che cosa ti occupi?"
Adesso poco me ne importa, ho abbastanza anni, da disinteressarmi del possibile giudizio altrui, ma mi mette in difficoltà la domanda: "cosa hai fatto oggi?"
Faccio delle cose, sì, come tutti, esco, rientro.
Leggo, scrivo.
Mi sveglio, mi addormento.
Penso, ricordo, immagino, aspetto.
Ma non so come mettere queste cose in forma narrativa, per gli altri.
Non è che puoi dire: "oggi mi sono svegliata, poi ho un po' pensato, ma nel pomeriggio mi sono proprio divertita immaginando un sacco."
Quindi oltre che fragile dal punto di vista narrativo, mi sento anche molto facile all'intoppo. Appena qualcosa si altera nel mio micro mondo, mi incasino, mi innervosisco e me la prendo con tutti i circostanti, i quali, non notando le minime perturbazioni, cominciano seriamente a farsi domande sulla mia pazzia.
Peggio per loro, peggio per me.
Tutto questo per dire che in questi giorni sono molto infastidita, nessuno sa perché, io sì, ma alla fin fine, a voi non importa gran che saperlo, e a me fa piuttosto fatica spiegarlo




2 commenti:

  1. Non è che puoi dire: "oggi mi sono svegliata, poi ho un po' pensato, ma nel pomeriggio mi sono proprio divertita immaginando un sacco."

    perché no?

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  2. Perché il mondo dovrebbe essere un posto migliore, ma comunque, caro/a anonimo, potresti avere ragione tu.

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