venerdì 27 gennaio 2012

Due lune, ci sono due lune


Passeggiavo, qualche giorno fa per una strada che non percorro mai, per una strada che non mi piace, sempre affollata da persone rumorose e sguaiate.
Cercavo di uscirne alla svelta, era sera, volevo svincolarmi da quella folla, quando vedo venire nella direzione opposta alla mia, una ragazza che conosco da tanti anni, ma che da molto tempo non mi era più capitato di incontrare. Non proprio una mia amica, piuttosto una conoscente, una persona che avevo dimenticato di avere dimenticato.
Ma guarda, ho pensato, allora vive ancora qui, non è emigrata altrove come quasi tutto il resto dei miei coetanei.
Giusto il tempo di riconoscerla e ho notato che teneva per mano una bambina.
Che bello, ho pensato, ha avuto una figlia. La bambina poteva avere quattro o cinque anni, la mamma, cioè la mia amica dimenticata, la portava per mano e tutte e due camminavano, con passo svelto, per tornare a casa.
La mia amica aveva uno sguardo molto corrucciato, uno sguardo che ho imparato a riconoscere, quello delle donne che mentre fanno una cosa stanno pensando ad altre cinque: “chi va a prendere la bambina domani a scuola? Lo dico sempre a mio marito ma lui poi finisce che si dimentica; la pastina al sugo l’ha mangiata stamattina, stasera devo cucinare un po’ di carne; devo telefonare all’avvocato, mi devo ricordare di pagare la bolletta domani prima di andare al lavoro; forse mia madre può venire a tenerla se usciamo domani sera” cose del genere.
Insomma aveva quella tipica espressione da mamma/moglie/donna che lavora. 
Mi ha fatto piacere vederla e constatare che vive, sta bene e la sua vita va in una direzione, qualunque essa sia.
Poi ho pensato che “prima”, un prima non meglio identificato nel tempo, ci saremmo fermate, ci saremmo scambiate un attimo, un saluto, un sorriso e i nostri occhi non sarebbero stati frettolosi e un po’ infossati.
Soprattutto “prima” ci saremmo chieste del nostro futuro: ciao, come stai, cosa fai, cosa farai, questo ci saremmo dette. Ho pensato anche che era meglio che non avessimo avuto modo di scambiare una parola, perché non avevo voglia ultimamente di sapere niente di nessuno, né di raccontare niente di me. Poi però mi sono fermata un secondo e mi sono chiesta che cosa è successo, cosa mi è capitato, da rendermi frettolosa e poco incline alle improvvisazioni del caso, cosa è successo anche agli altri, che corrono quanto me, che sono seccati e stanchi quanto me?
La risposta banale è che siamo cresciuti, siamo diventati “grandi”.
E quando è successo, e perché io non mi sono accorta di nulla?
All’improvviso i piccoli particolari sono percettibilmente diversi, tutto intorno a noi sembra restato uguale, stesse strade, stessi percorsi, stessi amici, stesse frasi dette e ridette, stesse battute a cui si risponde sempre con le stesse risata, e poi? Siamo noi, quelli di allora, che non siamo più gli stessi.
Ma la trasformazione quando è avvenuta?
Io ho continuato a vivere ogni giorno, a fare cose quotidiane, ad alzarmi, a lavorare a tornare a casa, e non mi sono accorta di nulla.
Intorno a me, le cose mantenevano le loro solite posizioni. Quando facevo l’appello delle forze del bene, erano tutte lì a rassicurarmi contro le forze del male.
Ma non era vero, non era esattamente così.
Erano lì senza esserci veramente. Qualcosa si stava spostando in una direzione, senza che né lo spostamento né la direzione fossero visibili.
Ora la direzione si sta mostrando all’orizzonte.
Stiamo diventando adulti, lo siamo belli e che diventati.
Stiamo ingrassando, le nostre rughe di espressione si stanno accentuando. Siamo cominciando ad ammalarci, a divorziare, a portare gonne più lunghe e scarpe più basse. I nostri amici stanno perdendo i capelli e stanno mettendo su pancia.
I nostri occhi si fanno sfuggenti, quando ci incontriamo non parliamo più del futuro, ma del passato, quando va bene del presente presentissimo, più tardi, oggi, stasera, domani al massimo. Ti trovo bene, sei proprio come eri.
Sì sì, vediamoci magari che mi fa piacere.

2 commenti:

  1. E' come quando viaggiamo in auto su un rettilineo o su un aereo. Tutte le nostre azioni sono uguali a prima, stessi gesti, stessi pensieri, stesse esigenze (o quasi) ma poi ci ritroviamo dall'altro lato del mondo...

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  2. è vero, non ci avevo mai pensato, ma è proprio così.

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