venerdì 30 maggio 2014

Come è possibile che tu non mi senta gridare.
Come è possibile.
Eppure io sono qui.
Le mie urla girano a vuoto come le pale di questo ventilatore bianco.
Sono in fondo a questo cerchio di sabbia e grido.
A te. 
Come è possibile che tu, unica creatura umana che abbia mai avuto orecchie capaci di sentirmi, come  è possibile, come fai adesso a non sentire.
Se è vero che le cose esistono.
Se è vero che i pensieri si formano nella carne umana.
Se c'è mai stato qualcosa di vero.

In questo cerchio che mi gira intorno piatto, pacifico, inconsistente come un abisso. Io sto urlando.

Due giorni, due anni. Oppure venti. Anni.
L'inutile agonia del tempo.