martedì 18 dicembre 2012

Un giorno come un altro

Oggi è stato il giorno che abbiamo aspettato e sperato che arrivasse.
Il giorno che ci avrebbe dato una possibilità, la nostra prima vera e concreta possibilità.
Il giorno che, se tu ce l'avessi fatta, come spero sia successo, avremmo festeggiato e ci saremmo detti che ce la potevamo fare, che il più difficile doveva arrivare, ma ce la potevamo fare.
Il giorno che saremmo andati a dormire con una piccola speranza in più.
Questo giorno è arrivato e ormai è quasi finito. 
Ma il tempo aveva già mostrato la sua schiena e mi aveva già rivelato che il nostro futuro non è mai stato in grado di realizzarsi, e che la nostra possibilità era per qualcun altro che ne avrebbe fatto un uso migliore.
Mi avvicino alla sera e alla notte e me ne andrò a dormire fra non molto.
Oggi per me è stato un giorno come un altro.




venerdì 14 dicembre 2012

Caro Babbo Natale

Stamattina piove e la malinconia la fa da padrona, come in realtà fa anche quando non piove, quando tira o non tira vento, quando c'è il sole o la nebbia.
Che fra qualche giorno sarà Natale è impossibile cercare di dimenticarselo, ogni cosa intorno, ogni canzone alla radio, ogni vetrina di negozio, non fa altro che ricordarmelo, a me come a parecchi altri abitanti del globo, non a tutti per fortuna.
Così in questo clima da ultimo minuto, da imminente fine di qualcosa di imprecisato, mi sono ricordata che nel mio vecchio blog, che cominciai nel 2003, scrissi una letterina a Babbo Natale che riscosse un certo successo nella comunità virtuale che esisteva allora e che oggi non esiste più.
Il post risale appunto a nove anni fa, giorno più, giorno meno.
L'intenzione era quella di ripostarla su questo blog e quindi sono per prima cosa andata a cercarla.
L'ho trovata, l'ho riletta e sono rimasta stupefatta. 
La persona che scriveva allora era un'altra. 
Il tono, le parole, le pause, sono mie, le riconosco profondamente, eppure ormai non sono più mie.
Della ragazza di allora ricordo ogni cosa, i giorni, le sensazioni, i sentimenti, mi sono riaffiorati immediatamente alla mente: il lavoro che avevo, la mia scrivania, la strada che facevo ogni mattine e ogni sera, il telefono che squillava incessantemente, le persone che frequentavo, la routine quotidiana che mi schiacciava, eppure mi sembra che questi stessi ricordi mi siano lontanissimi, mi rivedo in terza persona, come se guardassi qualcosa alla televisione con me stessa come protagonista.
E' certamente per questo motivo, per questo distacco assoluto, per questa cesura profonda e non emendabile, che in alcuni momenti mi sembra impensabile e addirittura mi risulta fastidioso che alcune persone che mi stanno intorno vivano ancora come vivevamo insieme allora, pensino le stesse cose e si comportino negli stessi modi.
Allora cosa è rimasto di quella letterina a Babbo Natale di nove anni fa. 
Nulla credo.
Dovrei scriverne una nuova ma non è in mio potere, a Babbo Natale non ci credo più, finalmente, e alla mia età era pure venuto il momento.

Se a qualcuno è venuta una piccola curiosità la letterina la potete trovare qui.