domenica 18 novembre 2012

Ti direi

E ti racconterei che le foglie davanti alla mia finestra sono diventate tutte rosse ed è uno spettacolo.
Perché è autunno ormai, fra poco anche inverno, mentre io mi sento come se fosse ancora luglio; guardo i giorni passare e mi sembra che corrano così in fretta che in realtà si sono fermati in un momento del tempo imprecisato e immobile.
Ti direi che speravo di stare meglio quando l'autunno fosse finalmente arrivato perché è sempre stata la mia stagione preferita, quando tutto diventa più morbido e la natura smette di essere così furiosamente viva e si avvia con più gentilezza verso il momento in cui la possiamo dimenticare. Ma non sto meglio per niente e di questo autunno anormale nemmeno mi accorgo, nemmeno mi viene voglia di inveire contro il caldo appiccicoso che fa.
Perché il crepuscolo della sera che arriva così presto non mi porta nessun sollievo. Ricordo che mi piaceva guardare le luci che si accendono nelle case, dietro le tende.
Mi ricordo di molte cose di me che sono scomparse e mi chiedo se siano mai esistite.
Ti racconterei che passo alcuni pomeriggi in casa di amici, dove vedo e guardo e sono circondata da tutto quello che avrei voluto avere anche io, amici che per fortuna mi accolgono e mi consentono di  passare un tempo insieme, più lieve del tempo che si passa da soli, e preparo torte - sì è così, preparo torte - che vorrei che assaggiassi anche tu, le torte che immaginavo avrei preparato per te nei pomeriggi con il buio fuori.
Vengono proprio buone e profumate di casa e di famiglia. Ne taglio una fetta e immagino che tu la assaggi, seduto in una immaginaria cucina che mi irrita che anche nella fantasia assomigli alla cucina di casa tua mentre io vorrei che assomigliasse alla cucina di casa nostra, e mi dica se ti piace oppure no, invece la porto a casa mia, la sera tardi, avvolta nella carta stagnola.
La mangerà mio padre per colazione, in piedi, domani.
Ti direi che non andrò a votare alle primarie perché non ho più il senso del futuro e nemmeno del presente, perché sentire parlare Renzi mi disturba e perché Bersani è una persona concreta ma non sa da che parte cominciare e sentirlo dire parole che non corrispondono a cose mi spaventa. 
Ti vorrei raccontare dei calzettoni colorati e morbidi che ho comprato, e di un bambino simpatico e buffo con cui ho cenato ieri sera che mi ricordava non so perché un mio amico che conosci anche tu.
Ti direi che da quando si è aggiornato il sistema operativo dell'iphone ogni tanto parlo con Siri e mi fa ridere la sua voce seria da segretaria modello. Chi lo sa se lo fai anche tu. Fra qualche giorno sarà un anno da quando me lo regalasti, quella sera di novembre. 
Fra due giorni ci sarà l'inaugurazione dell'anno accademico e io non ci sarò, e sono contenta perché organizzarlo sarà stato un delirio tra presidenti di tutte le nazionalità e l'incompetenza istituzionalizzata, ma in qualche modo mi mancano le persone e mi manca non avere più un filo che mi lega a qualcosa, qualunque cosa sia.
Comunque sia oggi è domenica, anche questo ti volevo dire, non che sia poi così importante.